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Nicole Zunino

mindset

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28Feb

Da Sogno a Leadership: Le 5 Fasi di Crescita del Business

Febbraio 28, 2025 nicolezunino BUSINESS BASIC

Da Sogno a Leadership: Le 5 Fasi di Crescita del Business

La domanda da cui partire è semplice, ti stai focalizzando sulla cosa giusta al momento giusto?

E no ( spoiler ) , non è detto che siano i social e il piano marketing!

Il percorso di crescita di un business passa attraverso diverse fasi, ognuna con le proprie sfide, priorità e mentalità da sviluppare.

È fondamentale capire in quale fase si trovi il nostro business per non perderci nella miriade di imput che arrivano dall’esterno, devo fare un funnel? Devo concentrarmi sull’essere costante nella mia comunicazione? Oppure concentrarmi su tecniche di vendita?

Tutto ciò dipende dalla fase in cui ti trovi.
Qui trovi una guida utile per capire nell’immediato la tua fase, le sfide e le priorità collegate.

1. DREAM UP  (fase di Ideazione – Sogno e Progettazione)

Cos’è:

È la fase in cui nasce l’idea di business. Qui nascono idee, spunti, si inizia a sognare un proprio progetto. In questa fase spesso si è impegnati anche in un altro lavoro, quindi la sfida anche è dedicare il tempo a sviluppare il nuovo progetto.

Check-list: Sei in questa fase se…

  • Hai un’idea di business ma non hai ancora avviato nulla.
  • Non hai ancora un prodotto o servizio definito.
  • Stai esplorando il mercato e studiando i tuoi potenziali clienti.
  • Non hai un modello di business chiaro.
  • Hai mille idee e non sai su quale concentrarti

Priorità su cui concentrarti:

  • Chiarezza sulla tua visione e missione. ( ti vedi fare questo lavoro per i prossimi 10 anni e oltre? )
  • Analisi del mercato e del target di riferimento. ( no, i tuoi clienti non sono tutti. Sfatiamo questo mito )
  • Creazione del prodotto e servizio: cosa lo rende unico, che valore vuoi portare alle persone…
  • Validazione dell’idea con ricerche e test. ( vai a trovare persone che provano il tuo prodotto e servizio, ti sarà utile per acquisire fiducia e capire cosa può essere migliorato )

Consapevolezza:

  • Focalizzati sul processo, abbraccialo perchè non si accelera se reagiamo, ci lamentiamo, facciamo grandi drammi…
  • Lavora sulle tue emozioni e stati interiori, perchè in questa fase fanno capolino tutte le tue paure di non essere abbastanza, di cosa diranno gli altri, e se poi fallisci che figura fai… etc etc. Quindi, fai una bella lista ora di tutte queste paure e scegli ora come ti comporterai quando queste paure si mostreranno.

Strumenti utili:

  • Mappe Mentali/Trello (per mappare idee e brainstorming).
  • Google Trends (per ricerche di mercato).
  • Notion/Evernote (per organizzare appunti e strategie).

Parola chiave:

  • Inizia e sperimenta. Ricorda che grandi aziende sono spesso nate nel garage di qualcuno o in soggiorno, quindi non è la perfezione l’obiettivo in questa fase… bensì iniziare, fallire, testare, migliorare e continuare. Divertendoti lungo il processo, non rendiamo le cose più difficili prendendoci troppo sul serio.

 

2.START UP (Avvio e Sperimentazione)

Cos’è:

Qui il business prende forma: si passa dall’idea all’azione con il primo prodotto o servizio, arrivano i primi clienti e le prime vendite. Complimenti, il tuo business non è più solo un sogno ma sta diventando sempre più concreto!

Check-list: Sei in questa fase se…

  • Hai sviluppato un primo prodotto o servizio.
  • Hai fatto le prime vendite
  • Ma non c’è un flusso costante e in crescita di clienti, quindi le vendite sono ancora random
  • Hai aperto p.iva
  • Hai una vetrina per il tuo lavoro ( negozio, sito web, social o almeno 1 di queste )

Priorità su cui concentrarti:

  • Continuare a investire sul prodotto/servizio e ottenere feedback.
  • Creare un’offerta chiara e una pricing strategy.
  • Lavorare sulla sostenibilità finanziaria iniziale. ( qual è il breakeven? )
  • Iniziare a costruire un’audience ( implementare un piano di comunicazione e marketing per farti conoscere )

Strumenti utili:

  • Canva (per branding e grafiche).
  • Google Forms/Typeform (per raccogliere feedback dei clienti).
  • Mailchimp (per email marketing iniziale).

Consapevolezza:

  • Non avere fretta e cerca di non correre in tutte le direzioni, rincorrendo il nuovo trend o metodo di business del momento
  • Rimani focalizzato sul prodotto/servizio, perchè più investi in questo più tu sei certa del valore che offri e la paura di essere una frode o un’impostore sarà messa a tacere con maggiore serenità
  • Comunica, fatti conoscere nei modi che sono in linea a te. Prima di tutto evita di paragonarti agli altri e utilizza gli strumenti che desideri ( social, radio, sito etc… ) per condividere valore, aiuto, consapevolezza, strumenti… in questa fase è facile farsi prendere da paure, timidezze o dal bisogno di vendere subito. Quando agiamo da queste mancanze che hanno il focus solo sul nostro personale risultato, ci scolleghiamo dalle persone che possiamo aiutare e a loro arriva il nostro bisogno e non il nostro valore.

Parole Chiave:

  • Prodotto, Comunicazione e Vendita!! ( e sì, divertiti anche qui che un pò di leggerezza aiuta a vedere tutto nella prospettiva migliore )

 

3. RAMP – UP (Crescita e Consolidamento)

Cos’è:

Il business sta iniziando a generare entrate costanti, ma servono strategie solide per consolidarlo e renderlo sostenibile, soprattutto per non crollare in buon-out!

Check-list: Sei in questa fase se…

  • Hai un flusso di clienti costante.
  • Stai iniziando a generare profitti.
  • Hai definito processi chiari per la tua attività.
  • Ti rendi conto che da sola non puoi gestire tutto perchè il flusso di lavoro complessivo è intenso e non hai tempo per pensare ad altro

Priorità su cui concentrarti:

  • Ottimizzare i processi interni ( cosa puoi fare solo tu e cosa può essere delegato o automatizzato ?)
  • Delegare alcune attività: con un team piccolo o con aiuto di un project manager che ti aiuti a organizzare il lavoro in modo più efficace
  • Lavorare sulla fidelizzazione dei clienti. ( creare strategie ad hoc e/o ampliare il portafoglio servizi/prodotti)
  • Iniziare a investire in marketing strategico.

Strumenti utili:

  • Slack (per comunicazione interna con il team).
  • Todoist/Asana (per gestione progetti).
  • Google Analytics (per monitorare le performance del sito web).

Consapevolezza:

  • Cosa emerge quando pensi che è il tempo di delegare, investire in un team, ampliare le tue responsabilità e ruolo?
  • Iniziare a lavorare sulla tua nuova immagine mentale come imprenditrice. Che tipo di imprenditrice vuoi essere? Che consapevolezza e mindset ti serve per esserlo?

Parole Chiave:

  • Salto da freelance a imprenditrice al 100%

 

4. SCALE – UP (Espansione e Automazione)

Cos’è:

Il business è solido e in crescita. Ora bisogna ampliare il team, automatizzare processi e scalare le entrate.

Check-list: Sei in questa fase se…

  • Il tuo business genera entrate consistenti e in crescita.
  • Hai un team strutturato o in espansione a cui hai delegato parte delle operazioni
  • Hai quindi recuperato tempo per te
  • Hai iniziato ad automatizzare alcuni processi.
  • Stai cercando nuovi mercati o opportunità di crescita.

Priorità su cui concentrarti:

  • La tua leadership.
  • Espandere il team con ruoli chiave e fidarti ( il rischio qui è continuare a fare micro management e sprecare il talento del tuo team )
  • Scalare il business con nuovi canali di vendita o prodotti

Consapevolezza:

  • La persona che ha iniziato questo business non può essere la stessa persona che lo fa evolvere, in cosa è prioritario che tu evolva per essere il leader e la guida che la tua azienda ha bisogno?

Parole Chiave:

  • Conosci te stessa, le tue limitazioni e paure per poter costruire un’azienda in cui i migliori talenti vogliono collaborare

 

5. LEADERSHIP (Evoluzione e Impatto)

Cos’è:

Sei leader del mercato. La tua azienda è riconosciuta come punto di riferimento e le opportunità sono in crescita continuamente.

Check-list: Sei in questa fase se…

  • Il tuo brand è riconosciuto e ha un impatto nel mercato.
  • Sei un punto di riferimento nel tuo settore.
  • Ti concentri su innovazione e leadership.
  • Stai esplorando nuove opportunità di crescita e diversificazione.

Priorità su cui concentrarti:

  • Osserva il mercato e le innovazioni che altri portano
  • Creare partnership strategiche.
  • Rafforzare la cultura aziendale e la leadership.
  • Dare un contributo alla comunità o al settore.

Strumenti utili:

  • LinkedIn Sales Navigator (per networking strategico).
  • Notion/Confluence (per documentare la cultura aziendale).

Consapevolezza:

  • In questa fase è facile cadere nel bias di overconficence ovvero la tendenza a sopravvalutare le proprie capacità e decisioni basandosi sui successi passati. Questo atteggiamento può portare a sottovalutare i rischi, ignorare i feedback critici e prendere decisioni avventate. Per evitarlo, è importante continuare a essere aperti al confronto, investire nella formazione e nell’innovazione, e circondarsi di persone che possano offrire prospettive diverse. Ricordiamoci tutti che fine hanno fatto Nokia, Blockbuster o Kodak che da leader di mercato hanno rovinosamente perso la loro leadership per no aver saputo valutare le nuove innovazioni.

Parole Chiave:

  • Ascolto e Osservazione del mercato per continuare ad anticipare i tempi ed innovare.

 

CONCLUSIONE

Dobbiamo tutti diventare leader di mercato? Certamente no.

Ogni business ha il suo modello di business, le sue particolarità e sfide. Ciò che è fondamentale fare è comprendere in che fase siamo per identificare le priorità sennò, come spesso osservo, la confusione dilaga, manca una chiara direzione e sono le nostre insicurezze e frustrazioni che ci muovono e ci fanno cercare soluzioni miracolose senza aver scavato in profondità per creare fondamenta solide su cui costruire il nostro business.

Sapere dove sei ti aiuta a concentrarti su ciò che conta davvero, evitando di saltare passi fondamentali. Non iniziare dal marketing se non hai ancora un prodotto solido!

Se senti di aver bisogno di una guida pratica per costruire il tuo business in modo solido e strategico, scopri il corso Online is the New Black. Ti fornirà gli strumenti essenziali per partire dalle basi, evitando errori comuni e strutturando il tuo business con sicurezza. Non lasciare che la confusione o la paura di sbagliare ti blocchino: inizia oggi il tuo percorso imprenditoriale con il supporto giusto! ????

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06Nov

GENERATOR NEL BUSINESS

Novembre 6, 2022 nicolezunino HUMAN DESIGN

GENERATOR IN BUSINESS

LA MAPPA PER LA NOSTRA REALIZZAZIONE

VUOI ASCOLTARE RIASSUNTO DELL'ARTICOLO? CLICCA QUI!

Premesse per iniziare a parlare dei Generatori nel business.
Oprah è un generatore, quindi rende immediatamente cool i generatori. 🙂

Inoltre, qualunque sia il nostro tipo bioenergetico  (se siamo un generatore, manifesting generator, manifestatore, proiettore, riflettore ) questo non è mai inteso come un limite che indica cosa possiamo fare o cosa non possiamo fare nella vita e nel lavoro. Non sarà mai un limite, ricordiamocelo!

Capire il nostro tipo bioenergetico ( e non solo, perché poi le sfumature e le variabili sono davvero tantissime e molto profonde ) ci fa capire qual è il nostro modo naturale di interagire con il mondo e manifestare la nostra vera essenza.

 

Infine, quando parliamo di manifestare chi siamo ora lo osserviamo in relazione al nostro business perché qui parliamo di realizzazione professionale, ma è applicabile a ogni contesto della nostra vita; perché chi siamo lo esprimiamo nella nostra carriera ma anche quando facciamo la spesa, quando stiamo facendo la manicure, quando siamo con le persone che amiamo… e in ogni contesto della nostra vita, perché chi siamo e la nostra vita non è diviso in compartimenti stagni.

 

Il nostro scopo è essere allineate al nostro Sé superiore e alla nostra versione più integra e autentica. Come donne e imprenditrici.

 

E dopo queste premesse necessarie, iniziamo a osservare il modo migliore per un generatore di fare il suo lavoro e quindi di realizzarsi attraverso la sua carriera.

Per un generatore il suo lavoro è un aspetto cruciale per la sua realizzazione profonda.

Il suo lavoro è un mezzo essenziale per realizzare lo scopo della sua Anima e fare il lavoro che è venuto a compiere in questa vita.

Il generatore è una persona che ha un energia sacrale sempre disponibile e questa energia ci parla di passione, desiderio, creatività, gioia di vivere, significato… E questa energia è importante che sia incanalata in ciò che ama davvero ( rischio burn-out sennò )

 

Le sue passioni sono come le molliche di pane che lo conducono alla destinazione più grande.

E questo comporta due cose importanti.

La primissima è essere consapevole e osservare ciò che ama fare in ogni contesto, non solo lavorativo, senza dare nulla per scontato solo perché “ci viene naturale” o perché si minimizza, o si ignora l’impatto che può avere nel lavoro.

Siamo abituate ( o meglio condizionate ) a pensare che solo certe skills siano spendibili nel lavoro, mentre altre siano inutili.

 

E questo punto ci porta al secondo aspetto importante da guardare: la necessità di decondizionarci da tutto quello che è il pensiero prevalentemente della nostra cultura che tende a dare molto più valore al sacrificio, alla sofferenza, alla fatica quando si parla di carriera.

Come se l’appagamento profondo, che nasce seguendo ciò che per me è significativo e che a me dà nutrimento e mi fa piacere, non possa essere conciliato con una carriera di successo che mi dia anche una grande gratificazione economica.

 

Tutto questo sembra che non sia conciliabile quando parliamo di business, invece è importante che tutti noi ( Generatori e Manifesting Generator soprattutto) iniziamo a fare un profondo lavoro di decondizionamento che ci porti a pensare e sentire che successo non significa più sacrificio e rinunciare a parti importanti di noi; ma che il vero successo – qualunque cosa significhi per noi – passa attraverso scelte consapevoli che valorizzino e diano priorità a ciò che amiamo e che ci porta gioia e appagamento.
So che può sembrare troppo bello per essere vero; ma come sempre non chiedo di credermi sulla parola ma d’iniziare a sperimentare tutto ciò, un giorno alla volta, e osservare come la vostra vita si trasformerà.

 

Quindi per tutti i generatori è vitale ed efficace osservare ogni aspetto della loro vita. Guardare cosa amano fare, cosa gli dà appagamento e nutrire quell’aspetto, ma non solo l’azione in sé  anche il modo in cui facciamo l’azione stessa. Esempio, può essere che a due persone piaccia vendere e gli riesca bene, raggiungendo entrambi buoni risultati, ma il modo in cui vendono può essere profondamente diverso perché entrambi hanno un loro modo allineato, che sentono proprio e che li entusiasmi nel processo di vendita.
Quindi caro generatore, osserva cosa ti piace e anche la modalità che più di gratifica.

 

Il processo per comprendere, creare e vivere una carriera che appaghi un generatore è un processo interno, che parte da dentro e si riversa all’esterno (così dentro così fuori come cita una famosa massima esoterica)  poiché prima di tutto è necessario che un generatore osservi e riconosca le sue passioni. Non è un processo mentale e che nasce osservando le limitate opzioni disponibili nel mondo, ma un processo che nasce da dentro e che coinvolge il corpo.

Soddisfazione e frustrazione sono due segnali corporei che indicano se il generatore sta agendo in modo allineato a Sé o no.

Le risposte non si trovano nella mente, per nessun tipo e soprattutto per un generatore.
Le sue autentiche risposte vibrano nel corpo.
Come ti senti quando pensi alla persona che ami o a qualcosa che desideri profondamente?
Ti senti, ad esempio, più leggera, felice, entusiasta…. È un sentimento, non di certo una lista di pro e contro.

 

Quindi creare e vivere la carriera che appaghi un generatore è un processo interno: prima sento cosa mi entusiasma e poi agisco. Non guardo le carriere attualmente disponibili e poi tra quelle scelgo la meno peggio.

Riconosco ciò che mi appassiona, onoro i miei desideri e mi lascio guidare dalla vita ( Sì, la fiducia e l’affidarsi sono due ingredienti essenziali )

Questo è il processo che io inconsapevolmente ho utilizzato tantissimi anni fa, prima di conoscere Human Design, quando ero stanca del lavoro in azienda e non lo sentivo più mio.

 

Ho preso una lavagna di sughero e ho attaccato tutte le parole chiave che descrivono quello che a me piace fare e quello su cui volevo costruire la mia vita; all’inizio non mi sembrava realistico e non sapevo che tipo di lavoro avrei potuto creare, poi seguendo gli imput che ho trovato nel cammino, ho creato il lavoro che faccio oggi e che mi appaga molto più di quanto immaginassi.

 

Parlando di segnali incontrati sulla strada, parliamo di un altro aspetto importante è che guarda i generatori: la loro strategia.

I generatori non sono qui per iniziare le cose da zero ( quelli sono i manifestatori ) ma sono qui per rispondere agli imput che arrivano dal mondo esterno. Non sarà mai una risposta mentale, ma corporea. Una risposta che nasce da dentro e che dipende dall’autorità sacrale o emozionale che contraddistingue un generatore.
Quindi ti chiedi quale sarà la tua prossima mossa di business? Osserva gli imput che ti arrivano dal mondo e sintonizzati sulle sensazioni che il tuo corpo prova.

Se cerchi le risposte nella mente e in ciò che pensi dovresti, sarebbe opportuno o conveniente fare… lì perdi efficacia ed efficienza. Incontrando resistenze e frustrazioni nel cammino.

 

Questo può essere un tema per molti di noi, siamo molto più abituate e allenate a stare nella mente ( rimuginando magari ) la maggior parte del tempo, che stare nel corpo, sentire le sensazioni e i feedback che ci dà. Sentire può essere scomodo, soprattutto quando non ci piace ciò che proviamo e tendiamo a scattare nel mentale, reagendo e cercando una soluzione per “sistemare le cose”. Ma questa non è mai la strategia giusta e sostenibile; per nessuno di noi, generatori inclusi, perché stiamo bypassando la sfida non comprendendola fino in fondo… quindi nessun stupore se si ripresenta nel cammino.

 

Quando ci sentiamo stanche e frustrate dal nostro lavoro, non sarà lamentandoci, cambiando lavoro, cercando soluzioni che aggiustino la situazione che ci permetterà di migliorare il nostro grado di appagamento. Senti la frustrazione, osserva dove nasce e di che desideri non ascoltati sta parlando… così potrai capire e vedere dove è veramente necessario trasformarsi, apportare migliorie e nuove strategie.

E osserva la tua vita da ogni angolatura, perché ogni area è comunicante con le altre e si alimentano a vicenda.

 

Osserva dove metti la tua energia, la investi in ciò che ti appaga e che ti piace o la stai investendo in una serie di attività che pensi di dover fare, ma che se potessi smettere adesso lo faresti perché non ti rendono appagata?

Imparare a dire di no per un generatore è molto più efficace di mille sì.

Molto spesso dire di no al cliente che non è in linea per noi è molto più efficace e molto più remunerativo che dire di sì. Quando diciamo di no dichiariamo con fermezza e facciamo spazio per ciò che vogliamo affinché la Luce ( o Universo, Fonte…. Scegli il nome che più ti risuona ) illumini quello spazio con ciò che è veramente in linea a noi e ai nostri desideri.

 

Immaginiamoci in un costante dialogo con l’Universo, un dialogo fatto non solo di parole ma di azioni e ogni nostro gesto dialoga con la Vita affermando ciò che vogliamo e ciò in cui crediamo.

Quando siamo impegnate a portare avanti situazioni che non ci appagano, senza ammetterlo a noi stesse, reagendo a ciò che viviamo e nutrendo così la nostra stessa frustrazione… è come se affermassimo che tutto ciò ci piace e può continuare.
Riconoscere cosa ci soddisfa e cosa no è il primo passo per cambiare le cose.
La consapevolezza è la più grande maestra e guaritrice.

Riconoscere poi che ora non abbiamo tutte le risposte e che le incontreremo un po’ alla volta, man mano che proseguiamo il cammino, che ci apriamo ad osservare ciò che arriva, onorando noi stesse e lasciando andare ogni mania di controllo… è un passo altrettanto essenziale e trasformativo.

 

Si pensa che quando parliamo di business tutto deve essere già previsto, inserito in un piano d’azione, magari in un orizzonte temporale di 5 anni… tutto ciò non solo è obsoleto, ma non è mai stato 100% vero. Ogni crisi o cambiamento di mercato ha dimostrato con i fatti che non possiamo prevedere ogni mossa e scenario, ciò che serve è flessibilità, rapidità d’azione e capire come l’umanità sta evolvendo ( e di conseguenza l’economia )

 

Come direbbe Steve Jobs riusciamo a mettere in fila i puntini solo dopo, solo a posteriori.

 

Da dove partire?

Da un check up iniziale.
Osserva ogni area della tua vita.
Cosa ti piace e cosa no?

Stai effettivamente nutrendo i tuoi desideri, passioni o puoi fare di meglio?

Cosa ti da soddisfazione o cosa frustrazione?

Cosa di ciò che non ami fare puoi iniziare a eliminare e delegare?
Probabilmente non potrai eliminare o delegare oggi stesso ogni attività che non ti appaga; ed è naturale soprattutto all’inizio.
Sii onesta con ciò che non ti piace e che comunque ora devi fare, chiedi di essere guidata a vedere nuove soluzioni e opportunità e nutri tutto ciò che ti gratifica ( non c’è nulla di troppo piccolo o insignificante, non lasciare che il giudizio entri )

I Generatori sono qui per realizzarsi attraverso il lavoro che amano e il risvolto economico è una conseguenza di questo processo di realizzazione, se inseguono i soldi e subordinano a questi la loro carriera non raggiungeranno mai il successo a cui sono destinati.

Sono qui per masterizzare un tema nel tempo, quindi focalizzarti su ciò che ami e nutrirlo, amplificarlo e portare il tuo contributo nel tempo è una chiave di sicuro successo e crescita.

 

Lascia perdere le strategie di marketing e vendita che non ti risuonano, che metti in atto solo perché altri lo fanno ma che non ti fanno sentire bene e ancorata nel corpo.

Osserva tutto ciò che fai nel tuo business perché pensi che “devi farlo” o “dovresti fare” … ma che non sono minimamente in linea a te.
Spesso le donne che lavorano con me mi dicono che non amano vendere o comunicare il loro lavoro… in realtà non si sono mai date la vera opportunità di comprendere e osservare il loro modo naturale ed efficace di farlo e si sono perse nelle strategie “copia e incolla” di altre persone.

Il successo nasce dal nostro allineamento e consapevolezza; ciò che ci piace del nostro brand preferito o della nostra mentore preferita è la loro unicità e sentiamo subito quando una persona non è autentica.
Quindi essere onesta con te stessa e iniziare a svelare la tua unicità nel tuo lavoro è la strada più sicura verso un abbondante successo.

 

Cosa, ad oggi, ti ha impedito di essere te stessa?
Quali condizionamenti stanno limitando la più vera e meravigliosa espressione di te come donna e imprenditrice?

 

AD MAIORA

 

Journal

nel testo ci sono molte domande e spunti di riflessione. Prenditi il tuo tempo e rispondi alle domande perché sarà questo che fa la differenza, non la lettura di un altro articolo 

Quando vuoi approfondire ti aspetto per la tua lettura personale. 

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09Ago

HUMAN DESIGN: LA MAPPA PER REALIZZARE NOI STESSE

Agosto 9, 2022 nicolezunino HUMAN DESIGN

HUMAN DESIGN

LA MAPPA PER LA NOSTRA REALIZZAZIONE

Ama te stessa è un mantra spesso citato, soprattutto nel mondo della crescita personale e spirituale.
Ma per amare noi stesse dovremmo prima essere ben consapevoli di chi siamo realmente, senza voler diventare qualcun altro e senza farci la guerra per come siamo.

Da dove iniziare?
Dalla mappa.
Perchè non esiste caccia al tesoro senza una mappa.
E il tesoro in questo caso siamo proprio noi stesse.

Lo Human Design è una scienza profonda, complessa ed estremamente pratica che ci indica la strada per la nostra unicità.
Ci mostra qual è il nostro modo naturale di interagire con gli altri, prendere decisioni, quali sono i nostri tratti distintivi e le ombre che è importante vedere e trasformare.
É una mappa dettagliata e pragmatica che possiamo usare nella nostra vita e nel business… potrei parlarne per ore, per ora iniziamo dalla masterclass di presentazione che trovi qui.
E se vuoi approfondire ti aspetto per la tua lettura personale. 

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08Ago

COME RISOLVERE I PROBLEMI NEL BUSINESS ( E NELLA VITA)

Agosto 8, 2022 nicolezunino BUSINESS HEALING

COME RISOLVERE I PROBLEMI NEL BUSINESS ( & NELLA VITA )

FARE BUSINESS CON COSCIENZA ( & CONSAPEVOLEZZA)

Fa parte del business ( e della vita stessa ) trovarci innanzi qualche sfida e difficoltà.

Il lancio che non va secondo i nostri desideri, le vendite temporaneamente in calo, la gestione del budget… la lista può essere varia e lunga.
Come fare per trasformare questi problemi in opportunità?

In 3 semplici passi.

 

  1. Riconoscere il problema.

È essenziale riconoscere davvero di che problema stiamo parlando e qual è la vera causa. Spesso ciò che vediamo come prima cosa è l’effetto di ciò che ha causato il problema… e non la vera causa.
Possiamo vedere che il lancio non è andato come vogliamo ( ad esempio ) e pensare che non siamo brave abbastanza o che siamo penalizzate dall’algoritmo di IG o che i potenziali acquirenti non abbiano i soldi per comprare il nostro prodotto. Siamo sicure che questa sia la vera causa e quindi il vero problema da affrontare e risolvere?
Metti a fuoco la situazione e chiedi di vedere il vero problema e la sfida che sei chiamata ad attraversare.

N.B. Se viviamo spesso una situazione simile che ci presenta lo stesso simile problema… spesso è perchè non abbiamo compreso la radice della situazione e siamo state impegnate a trovare una soluzione inefficace, perchè non relativa al vero problema.

 

2.Accetta la situazione

Non possiamo trasformare nulla se prima non l’abbiamo accettato.
Spesso siamo in lotta con ciò che vogliamo trasformare, non accettiamo che la situazione sia diversa da come la desideriamo, facciamo fatica a sostenere il disagio emotivo, tendiamo a scappare e cercare conforto all’esterno ( nel cibo, shopping, serie tv o altro ) e non stiamo nella situazione accettandola, assumendone la responsabilità e prendendo possesso della situazione ( in inglese suona meglio quest’ultima frase, own it ).
Se non passiamo attraverso l’accettazione, ogni tentativo di risoluzione sarà una fuga e non una vera trasformazione.
E quando parlo di trasformazione non intendo “solo” del problema che viviamo, ma di noi stesse.
Se non evolviamo anche noi, stiamo certe che il “problema” di lavoro o meno si ripresenterà.

 

3. Trasforma la situazione ( e te stessa )

Questo è il momento in cui è importante che lasciamo la presa e con essa tutti i nostri ragionamenti su ciò che è possibile o meno, su tutte le possibili soluzioni sperate e risultati attesi.
Lasciamo andare per aprirci davvero alle infinte possibilità a cui abbiamo accesso se invitiamo la Luce ad entrare ( o Universo, Dio, Buddha…. in base al tuo sentire ).
Invita la Luce ad entrare e osserva come tutto inizi a trasformarsi.

 

Quando facciamo fatica a mettere a fuoco la vera causa o ad accettare ciò che viviamo, invitiamo sempre la Luce a guidarci.

Se desideri approfondire, qui c’è una pratica a cui puoi accedere immediatamente.

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04Feb

L’ARTE DI SAPERE ASCOLTARE I NOSTRI CLIENTI

Febbraio 4, 2022 nicolezunino BUSINESS HEALING

L'ARTE DI SAPERE ASCOLTARE I NOSTRI CLIENTI

FARE BUSINESS CON COSCIENZA ( & CONSAPEVOLEZZA)

Quando e quanto ascoltiamo i nostri clienti profondamente?
E non intendo ciò che dicono letteralmente, perché spesso ciò che pronunciano è frutto di condizionamenti e potremmo cadere nella stessa loro trappola: di credere a ciò che affermano, credere nelle promesse già false che si fanno, credere che quello che dichiarano di volere sia vero, sia loro e siano davvero disposti a raggiungerlo come dicono.
Ascolto richiede necessariamente silenzio, interiore prima di tutto, per poter accogliere, captare e cogliere quello che l’altro dice e soprattutto come lo dice o cosa non dice.
Mi fanno spesso notare come mi attacchi alle parole, come se rimanessi rigida in una tecnica e scadessi nel tecnicismo perdendo fluidità, il senso d’insieme e la connessione con l’intenzione profonda del messaggio.
Tutt’altro. credo profondamente che ogni parola sia un simbolo, e usarle con casualità sia illusorio o folle. Ogni formula magica richiede 3 elementi: intenzione, emozione e le parole “giuste”. Sennò addio incantesimo!
Per me, le parole sono portali d’accesso che ci conducono a mondi, a consapevolezze e stadi di coscienza.
Le ascoltiamo o semplicemente le udiamo?!  Facendole scorrere, una dopo l’altra, mentre già pensiamo a cosa dire o meglio, ribattere
E il vero ascolto non può passare solo attraverso l’orecchio, ma deve invadere tutto il nostro essere e passare attraverso il cuore. Perché ascoltare veramente significa anche riconoscere le nostre emozioni, oltre quelle dell’altro se siamo impegnate in una conversazione, e contenerle, riconoscendole senza lasciarci dominare… perché spesso non sappiamo ascoltare, noi o gli altri?
Perché dentro viviamo uno scoppio di emozioni che ci spingono a voler essere viste, ascoltate, aver ragione, predominare l’altro, difenderci…
come si può ascoltare davvero con questo trambusto interiore; a cui si accoda le mente con i suoi soliti pensieri ?!
Quei soliti pensieri che ormai dovremmo conoscere molto bene e che ci dicono sempre le stesse cose, magari declinate con qualche piccolo cambiamento, ma che di base fanno leva sulle nostre familiari paure di sempre.
La maggior parte delle persone vuole essere ascoltata, più che ascoltare. Masterizzare quest’arte non è solo raro ma molto proficuo, perché così possiamo essere di reale servizio agli altri, rispondendo ai loro veri bisogni emotivi, fisici, mentali e spirituali… e non a quelli che rincorrono, magari da molto tempo, senza portare alcun reale beneficio e appagamento nelle loro vite.
Ascoltare davvero significa metterci da parte e osservare, sentire.
Include anche non presumere nulla ed essere aperti ad una visione più ampia, anche quella di poterci sbagliare.
Come iniziare a masterizzare quest’arte per comprendere chi amiamo e i nostri clienti?
Dovrebbe essere ovvio: da noi stesse.
Allenando il silenzio. Soprattuto della mente.
Spostando l’attenzione dal chiacchiericcio della mente al cuore. É un diverso modo di centrarsi. Diverso rispetto all’idea distorta che il centro del mondo sia nella testa, nei suoi limiti e condizionamenti.
Più ci alleniamo ad ascoltarci, più questa centratura si sente nel corpo.
Sì, nel corpo. Ascoltarci significa ascoltarci ad ogni livello: corporeo, emotivo, energetico, mentale e spirituale.
Il segnale più forte che abbiamo perso l’allenamento ad ascoltarci? Siamo sorde ai segnali e alle sensazioni del corpo ( nel tempo, questo ci può portare al burn out o alla malattia )
Ascoltarci è un dono che facciamo a noi stesse, possiamo così comprendere e sentire la nostra verità, cosa realmente ci motiva e ci ispira nella vita e come vogliamo viverla questa vita… ci permette di togliere il pilota automatico che ci fa procedere addormentate e inconsapevoli verso un destino che non rende giustizia alla bellezza della nostra Anima e all’immenso potenziale che incarna.
E solo quando sapremo ascoltare noi stesse, riusciremo a comprendere l’altro e guidarlo.
Guida gli altri solo chi sa davvero ascoltare.
E in questo mondo che lascia grande spazio alla crescita personale e spirituale, saper ascoltare chi guidiamo è ancora un’eccezione per me.
Vedo ancora molte persone che guidano gli altri ignari di ciò che desiderano e di chi sono, guidati da un senso di superiorità che fa loro presumere di conoscere chi sono le persone che guidano, di cosa hanno realmente bisogno e di quale sia il loro percorso.
Ma credo con tutta me stessa che questa sia una tendenza che ha vita breve, vedo un futuro di persone che, sapendosi ascoltare, sapranno riconoscere da chi essere guidate e da chi imparare e , a loro volta, sapranno essere guida con umiltà, presenza e empatia.
Ad Maiora
Photo by Jon Tyson on Unsplash

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19Dic

DI CHE SOGNO SEI? FARE BUSINESS CON COSCIENZA

Dicembre 19, 2020 nicolezunino BUSINESS HEALING

DI CHE SOGNO SEI?

FARE BUSINESS CON COSCIENZA ( & CONSAPEVOLEZZA)

Il titolo questa volta non è mio, ma di Ciarina.

Con lei e con Franci  ( aka cibosupersonico ) ho avuto una bellissima condivisione in diretta su Instagram qualche giorno fa.
Abbiamo parlato di sogni e di come fare business con coscienza e consapevolezza, sì vero consapevolezza non era nel titolo della diretta ma è una parola che io amo.

E non importa se sia abusata o maltrattata, quante parole lo sono?

Ma basta questo per svuotarle dal loro messaggio?
Forse la parola Amore, Libertà, Condivisione, Valori.. non lo sono a volte?
Eppure per me conservano la magia del loro significato.

Siamo anche le parole che scegliamo di dire o non dire.

E consapevolezza è una delle mie preferite.

Deriva da Consapere , sapere con.

Ed è quel livello di conoscenza di cui abbiamo tanto bisogno, siamo diventati bulimici nel processare informazioni, ma cosa sappiamo davvero? Cosa ci appartiene dentro le ossa?
Perché non conta cosa sai a livello intellettuale. Conta se e come l’hai fatta tua quella cosa. La consapevolezza è uno stato dell’essere, uno stato interiore, che ha poco a vedere con la conoscenza fine a sè stessa ed è sempre più collegata al modo di vivere, alla propria etica, verità, integrità… all’essere collegati alla parte più profonda e vera di noi che ci guida verso una vita significativa.
É strettamente legata a come facciamo le cose, a cosa ci muove… piuttosto di cosa facciamo e basta.

 

Sogni, business e consapevolezza.
Cosa li lega?
La voglia di fare la propria parte, non solo per sé stessi ma per il bene collettivo.

 

Per me il business è lo strumento che ci permette di realizzare noi stesse e di metterci a servizio degli altri.
Perché un progetto non è mai solo nostro, ne siamo i fondatori e i manager, ma riguarda tutte le persone che ne saranno toccate, dai dipendenti e le loro famiglie, ai fornitori, ai clienti, passando anche per la comunità locale e la collettività in genere.

E progetti come questo, nascono prima nel cuore di una persona come sogni.

 

Non ci insegnano a sognare
Ci chiedono che lavoro vogliamo fare fin da quando siamo piccoli.

Dovrebbero chiederci che sogni abbiamo.

Dovremmo iniziare a chiederci a vicenda di che sogno siamo e incoraggiarci l’un l’altro.

 

Eh lo so.
Non siamo più abituati a sognare.
Anzi, spesso ci sembra una perdita di tempo e poco concreto.
Lo vedo con le ragazze che lavorano con me. Hanno la grinta di creare qualcosa di loro, ma quando le faccio partire dalle basi: mettere a fuoco la visione, le motivazioni e la vita che vogliono vivere a 360°… ogni tanto si bloccano. Pensano che sia un esercizio fine a se stesso perché una cosa è sognare, desiderare e una cosa è creare un progetto di lavoro.
Questo è il condizionamento che fino ad ora ci ha fatto lavorare per i soldi e non per la passione, che ci ha scisso tra chi siamo e cosa facciamo… e ci ha fatto dimenticare lo scopo della vita; per non parlare di ciò che vogliamo.

Invece la parte di tutto è identificare cosa per noi è significativo.

Cosa per noi costituisce una vita felice e allineare le nostre azioni e decisioni di conseguenza.
Anche se questo richiede tempo, perché magari attualmente siamo dalla parte opposta in cui ci siamo rese conto che vorremmo essere.

Non è tanto una questione di tempo che passa. Ma di come noi lo riempiamo.

 

Un po’ di domande per te.

 

  • Quali sono per te i momenti significativi di una giornata? Dell’ultimo anno? Della tua vita?
  • Cosa per te è significativo ( che ti rende viva, che vale la pena di essere vissuto, che ha valore… ) ? Fai una lista di almeno 10 cose. ( e sono buona, sappilo 🙂 )
  • Ora guarda la tua lista, quanto di quello che hai scritto riempie le tue giornate?
  • Cosa puoi fare per integrare di più nelle tue giornate e settimane ciò che per te è significativo?
  • Da 0 a 10 quante giustificazioni ti stai dicendo ? Ora, mettendo da parte quelle giustificazioni ( come se fossero sparite, volatilizzate ), cosa puoi davvero fare?
  • La vita che stai vivendo è allineata a quella che vuoi vivere?

 

Queste domande non servono a farti stare male o iniziare a darti addosso con giudizi, tutt’altro.
Servono a farti prendere un po’ più di consapevolezza rispetto a cosa per te è importante e come puoi alimentarlo sempre di più nella tua vita.

La consapevolezza, quella che magari all’inizio arriva come un sussulto del cuore, ci permette di prendere decisioni mosse da motivazioni profonde.
Il più delle volte reagiamo ai nostri stati emotivi , o a quelli che l’ambiente esterno ci sollecita ( e che se si risvegliano è perché sono in noi, quindi no non è colpa di niente e nessuno là fuori ) e da questo comportamento non stiamo creando con consapevolezza, tutt’altro.

Stiamo creando sulla base di mancanze o ferite percepite; e più creiamo da questo stato dell’essere più alimentiamo la mancanza o la ferita.

Quindi fermati.
Riconosci come stai.
Accogli come stai.
Riconosci cosa per te ha valore.

E alimentalo.

 

Agisci in base alla vita che vuoi vivere.
Agisci in base a ciò che per te è significativo.
Agisci in base alla visione della vita che vuoi vivere.

 

Tempo fa, quando ancora lavoravo in Svizzera per un famoso stilista, sognavo una vita diversa e ti confesso che mi sembrava folle: lavorare online, da dovunque volessi, aiutando le donne con i loro progetti facendo ciò che so fare meglio e mi diverte pure.

Ma che idea è?

 

Mi sembrava folle, nulla del genere apparteneva al mio mondo di riferimento, nessuno dei miei amici faceva niente di simile e il mio settore di riferimento, la moda e il lusso, prevedeva grandi aziende e sfilate, nulla da fare online.
Così ho iniziato ad informarmi.
Perché il nostro mondo è solo uno dei tanti mondi possibili.
E sai cos’è successo informandomi?
Come immaginerai, visto che ora faccio ciò che prima ritenevo folle, ho scoperto che altre persone già facevano qualcosa di simile.

 

Quindi, sii curiosa e lasciati ispirare.

 

Sognare, immaginare, creare… è uno dei doni peculiari dell’essere umano.
Sono i doni che ci rendono simili al Divino (qualunque cosa per te sia: Dio, Buddha, Allah, Universo, Luce… )

 

Vista in un’ottica di business è come se non stessimo utilizzando il nostro vantaggio competitivo.

Ma secondo te, se possiamo sognare, immaginare e creare… è perché dobbiamo vivere nella frustrazione di una vita grama o perché possiamo realizzare ciò che sentiamo vibrare nel nostro cuore?

Certo ci sarà da lavorare.
Ma non lo stiamo facendo forse comunque?

 

T’immagini poterlo fare con gioia, con significato e per uno scopo che sia a beneficio di tutti.

 

Le ultime domande per te:

 

  • Se avessi la possibilità di diffondere un messaggio al mondo, quale sarebbe?
  • Se potessi trasformare la vita delle persone, come la trasformeresti?
  • Se potessi migliorare la vita di chi ami, come lo faresti?
  • Se cancellassi ogni giudizio negativo che hai contro di te e avessi la certezza che sarà un successo, cosa faresti?
  • Quale sogno scegli di vivere e alimentare?

 

Ricorda, la più alta ( e unica ) forma di certezza viene da dentro e ci puoi accedere in qualsiasi momento.
Quindi, cerca dentro le tue certezze e smetti di guardare fuori.

 

“Se c’è un desiderio nel tuo cuore, c’è anche una strada” detto Sufi. Sono parole che mi risuonano dentro fin dal mio ultimo viaggio in Oman.

 

Alimenta i tuoi sogni, loro sanno dove condurti.

 

Sogni e Business possono lavorare insieme per il bene comune.
Se smettiamo di vederli come separati, o addirittura antagonisti, possiamo curare il modello di mondo e economia che abbiamo contribuito a creare.
Per questo ci vuole consapevolezza di ciò che facciamo e non facciamo.
Questa ci permetterà di vedere sogno e business come un tutt’uno, eliminando i compromessi che abbiamo accettato o fatto in nome del lavoro, e riportando il lavoro ad un vero strumento che nobilita l’uomo e la sua Anima.

Perchè lo scopo ultimo, non è diventare ricchi ( quello è un piacevole effetto collaterale ) è trasformarci e donare.

We can make it.

 

PS. la diretta con Franci e Ciarina la trovi qui. 

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19Dic

RENDERE IL LAVORO DA CASA DAVVERO SMART

Dicembre 19, 2020 nicolezunino BUSINESS TOOLKIT

RENDERE IL LAVORO DA CASA DAVVERO SMART

Cosa succede quando un sogno si realizza?

Per molti lavorare da casa è proprio questo, un sogno che diventa realtà.

E non solo da casa, ma ovunque nel mondo.

Basta una connessione internet, un computer e un progetto da poter svolgere in remoto (e al riguardo le opzioni sono innumerevoli ).

Se all’inizio questa era un’opzione per nomadi freelance ora sta diventando una strategia che le aziende lungimiranti adottano con il team non strettamente legato alla produzione di beni.

I vantaggi sono molteplici dalla riduzione dei costi fissi per l’azienda e il dipendente, ad un aumento della qualità della vita del dipendente stesso ,che non è immerso in spostamenti spesso dispendiosi in termini di tempo e che può utilizzare quel tempo nuovo in modo più produttivo per il suo benessere, aumentando la sua produttività e qualità del lavoro.

Insomma un circolo virtuoso che però deve vincere un pregiudizio su tutti, l’equivalenza complessa che se lavori da casa cazzeggi, o detto in termini più eleganti perdi tempo e non sei efficace.

 

Un pregiudizio che nasce dalla mancanza di controllo ( aka: se non ti vedo che lavori non sono sicuro che tu lo faccia ) e che richiede una rivoluzione qualitativa nel valutare le risorse sia umane – in primis – sia di tempo.

Una rivoluzione che sposta il focus dall’illusione che la produttività sia fare – fare qualsiasi cosa per dare impressione di darsi da fare ( molto rumore per nulla spesso ) – alla comprensione una volta per tutte che contano i risultati, gli avanzamenti, il progresso, cosa insomma di concreto si realizzi con tutto il fare.

 

E se conosciamo già tutti Pareto e la sua legge (o dovremmo) in cui ci ricorda che solo il 20% di ciò che facciamo produce l’80% dei risultati, in pochi – a parte Tim Ferris – sembrano davvero metterlo in atto.

 

Se alla fine ciò su cui puntiamo l’attenzione è l’ultima riga del bilancio che indica il profitto, perché non cominciare a considerare cosa realmente lo produce e individuare il 20% davvero rilevante?

 

E il lavoro da casa guida a farlo, perché il controllo improduttivo esercitato fino a prima in azienda, deve lasciare spazio alla fiducia, alla flessibilità e ai risultati effettivi… non quelli generati dal molto rumore per nulla di una finta produttività.

 

Certo ora la transizione da una situazione all’altra è netta e sfidante, innanzitutto perché è stata imposta a tutti, sia alle aziende più preparate in termini di cultura aziendale, procedure e infrastrutture aziendali, sia a quelle che erano davvero lontane anche solo a pensarle queste soluzioni.

 

E allora da dove partire per vivere personalmente e professionalmente lo smart working – scelto o imposto – in modo salutare, efficace e utile?

Da te e della sana pianificazione… della tua vita.

 

Quando ho iniziato anni fa a lavorare da casa, inizialmente ero convinta che avendo più tempo avrei fatto molto di più. Errore colossale.
Perché essere a casa tutto il giorno significava prima di tutto una nuova routine di vita.
Se prima ero abituata ad uscire alle 8 per rientrare minimo dopo 12 ore di lavoro, pilates e qualche pranzo fuori, avendo poche ore libere per gestire altri impegni personali come meditare o uscire con le amiche… all’improvviso mi sono trovata con 24 ore tutte a mia disposizione, e l’illusione di avere più tempo, mi ha portato a perdere i basici della routine.

 

Non ci è voluto molto affinché mi trovassi a lavorare al pc ancora in pigiama, passando dal letto alla scrivania dimenticando tutto il resto, meditazione inclusa.

 

Tutto ciò, se da un lato è una transizione naturale, dall’altro non è salutare né per il tuo benessere e neppure per la tua produttività.

C’è bisogno di disciplina e centratura, ed entrambe richiedono piena consapevolezza di cosa ci mette nelle condizioni migliori per fare il nostro lavoro:

  • Quale pratica per iniziare la giornata con chiarezza mentale e presenza? Meditiamo? Facciamo un po’ di movimento fisico per smuovere il corpo, rilasciare le tensioni e le tossine?
  • Con quali intenzioni iniziamo la giornata? Ci lamentiamo appena posiamo il primo piede giù dal letto o sappiamo che stiamo facendo qualcosa di significativo della nostra vita ( nb: vita a 360°, non solo lavorativa)
  • Quale cibo per nutrire il corpo e la mente affinchè siano performanti e non appesantiti da cibi ricchi di zuccheri che annebbiano il cervello? ( o saltiamo la colazione perché non c’è tempo?)
  • Come ci curiamo di noi stesse? Ci prendiamo un momento per noi, per nutrire la nostra pelle, per truccarci, vestirci come ci sentiamo bene e come il nostro ruolo lavorativo prevede?

 

Lavorare da casa e dimenticarci di noi e tutto il resto è un attimo.

Si passa dal letto al lavoro in pochi passi che separano la camera dalla scrivania, se prima era difficile non portarsi il lavoro a casa, ora non c’è distinzione tra casa e ufficio… quindi la tentazione a non staccare mai è maggiore.

 

Ed è proprio quando la pressione è maggiore che arriva il punto di rottura e ti fa capire che così no, così non funziona proprio.

 

E la ripartenza nasce sempre da te, da un’attenta analisi di ciò che ti nutre e ti mette nello stato mentale, emotivo e spirituale migliore.

 

Iniziamo, sei pronta?!

 

E’ quando stiamo stanche, stressate o frustrate che abbiamo ancora più forza per cambiare le cose, semplicemente perché così non vogliamo stare, questo non è lo stato mentale che ci fa stare bene con noi stesse e ci fa rendere al meglio.

  • Quindi, se non è così che ti piace sentirti, come ti vuoi sentire?
  • Cosa ti fa sentire in questo modo? Richiama alla memoria un momento felice in cui ti sei sentita esattamente come desideri, senti la sensazione in ogni parte di te e ora scrivi tutte le azioni, attività, pensieri… che ti fanno sentire in questo modo.
  • Ora rileggi la lista delle azioni e evidenzia le azioni che puoi fare giornalmente.
  • Fissa una durata per ognuna di loro, fissa quel tempo nell’agenda ( se non lo scrivi tenderai a non farlo )
  • Fa che questo tempo per te sia la mattina, prima d’iniziare qualunque attività lavorativa. E’ importante farlo per due motivi, innanzitutto perché se lo scheduli per fine giornata quando sarai stanca, affamata o altro… la tendenza a posticipare sarà elevata, e soprattutto perché farlo alla mattina dice a te stessa che tu vieni prima di tutto ( e già qui è una rivoluzione ), e inoltre perché fare ciò che ci fa stare bene e amiamo di prima mattina ha un influsso benefico sul nostro sistema ormonale che ( sintetizzando ) potrà rilasciare ormoni come la serotonina, dopamina e ossitocina che alzano il nostro benessere, diminuendo i livelli di stress.

 

Quindi, prima di tutto programma d’iniziare la mattina con ciò che ti nutre e ti mette in uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e spirituale.

 

Secondo programma. Lavorare da casa spesso si traduce in un continuum di lavoro, trangugiando davanti al computer  – o non mangiando affatto – , finendo a sera tardi per andare a dormire direttamente, senza staccare, senza un contatto sociale – anche telefonico – senza un momento di riflessione e di gratitudine sulla giornata… continuo o ci siamo capite?!

E’ quindi importante che nella tua agenda blocchi slot di tempo per te: per farti da mangiare e mangiare, per chiamare un’amica, leggere un libro… dai a te stessa degli orari!

E non solo per la tua salute, ma anche per dare valore al tuo tempo, dare significato alle tue giornate… sennò si finisce per lavorare, senza andare da nessuna parte davvero.
E questo vale sia per la sfera personale sia per quella lavorativa: il nostro lavoro serve ad uno scopo che si tende a dimenticare se s’impilano azioni su azioni che non sono allineate ad un progetto o fine più grande.

 

Avere chiaro dove stiamo andando – e anche perché – è cruciale in ogni area della nostra vita.

 

L’ambiente in cui lavoriamo gioca la sua parte.

Se in ufficio abbiamo poco margine di manovra ( e mi ricordo quando io lavoravo in un ufficio senza finestre…. Fino al giorno che l’ho fatta costruire ) a casa nostra possiamo intervenire.
Il rapporto noi-ambiente è stretto, noi rispondiamo agli stimoli ambientali continuamente… com’è quindi l’ambiente in cui lavoriamo?
E’ ordinato, ci fa sentire bene, c’è una bella atmosfera, un buon profumo….  Non dobbiamo diventare esperti di feng-shui per essere consapevoli di come stiamo nell’ambiente in cui lavoriamo.

Il nostro ambiente ci fa venire voglia di lavorare con gioia?

 

E qui arriva la domanda cruciale, come ti puoi sentire meglio nell’ambiente in cui lavori? ( e può essere una stanza intera dedicata a questo uso come la tavola da cucina trasformata in scrivania per l’occorrenza) Crea l’ambiente che ti fa stare bene, sposta i mobili, metti ordine, fai decluttering ( un toccasana in ogni occasione ) … ascoltati, osserva e trasforma di conseguenza.

 

Se è importante avere un’ambiente ad hoc per lavorare, altrettanto è avere un’ambiente ad hoc per staccare, ricaricarsi. Se la scrivania è il luogo di lavoro, il divano o il terrazzo saranno quelli della pausa caffè. Spostati. I posti conservano emozioni ed energia. E tra il relax e il lavoro ci sono emozioni ed energie diverse, che non risuonano.

 

Come stai attenta all’ambiente che ti circonda, porta altrettanta consapevolezza a come ti vesti perché il cervello lavora per coerenza…e il pigiama non manda un segnale coerente con il lavoro.

Lavorando da casa il mio abbigliamento professionale è cambiato, vestiti e tacchi hanno lasciato il posto a maglie, giacche comode e spesso abbinati a pantaloni ancora più comodi, ma ho distinto nel mio armadio e nella mia testa l’abbigliamento da lavoro rispetto a quello del relax.

Questo aiuta a distinguere i diversi momenti e abiti mentali.

 

E’ tempo di sfatare un mito troppo a lungo osannato: il multitasking.

Non funziona. No, nemmeno se sei donna.

E’ un’illusione che ammetto non so da dove sia nata, forse una giustificazione per la distrazione.

Comunque sia è dimostrato scientificamente che ogni volta che passiamo ad un’azione senza aver completato ciò che stavamo facendo, perdiamo il 20% di produttività.

Interrompere ciò che stiamo facendo per leggere la mail appena arrivata o rispondere ad un sms, ci fa perdere il 20% di produttività…. Così da 20% in 20%… quanta produttività stai perdendo?

E quanto ti sta costando in termini di lavoro arretrato, frustrazione, stanchezza, stress… fatica a concentrarti e quelle famose perdite di memoria che si hanno quando non si chiudono i cerchi e si pretende di fare più cose insieme?!

 

Il multitasking è l’illusione di avere tutto sotto controllo.

Come si vince questa illusione?
Con la chiarezza dei progetti e obiettivi, con la distinzione di cosa è urgente, importante, prioritario e con un’adeguata programmazione che preveda bloccare tempo in agenda – il tempo realmente necessario, non quello che pensiamo sia sufficiente – per portare a compimento il lavoro.

Mi raccomando, con la flessibilità del caso e senza il delirio di onnipotenza.

 

Quindi, se te lo stai chiedendo.

Sì, prima blocchi in agenda il tempo per te e poi quello per il lavoro.

 

Il principio è semplice, sebbene contrario a quanto ci abbiano trasmesso per secoli del famoso e deleterio “prima il dovere, poi il piacere”,  prima nutri te stessa e poi tu nutri il tuo lavoro.

 

E non dimenticare le pause.

Nessuno mantiene lo stesso livello di attenzione ininterrottamente.

Ci sono diverse tecniche, da quella del pomodoro che prevede pause di 5 min ogni 25 min di lavoro, a quella che prevede 90min di lavoro e 10 di pausa… quale funziona di più? quella che TU fai funzionare a patto che ne usi una.
Io personalmente non ho una struttura rigida che mi autoimpone di staccare ogni 25″, 60″ o 90″… ( non vado mai oltre le 2 ore )  lavoro per task, nel mentre la maggior parte delle volte ho il telefono in modalità non disturbare, quando ho finito stacco, esco in giardino o metto un po’ di musica e poi riprendo con l’attività successiva.
Se hai ben chiaro cosa fare, staccare e non lasciarsi prendere la mano da pause interminabili è naturale (e per tutto il resto c’è il timer sul cellulare )

Staccare permette i lampi di genio.
La creatività e le intuizioni spesso si mettono in moto quando facciamo tutt’altro.

Quando lasciamo libera la nostra intuizione di fluire e fare le associazioni in modo spontaneo, è lì che tutti i dati si allineano e ci arrivano idee di valore.
Provare per credere!

 

Portare attenzione a te stessa, come donna e professionista, all’ambiente in cui vivi, a come gestisci lo spazio e il tempo per essere davvero produttiva  – e non indaffarata – ha lo scopo di far risaltare i risultati in modo vero.

E il risultato non è solo un numero di caselle spuntate nella to do list, è la naturale conseguenza di chi siamo diventate, di quanto siamo cresciute e migliorate… come donne e professioniste, e quanto questa crescita si riflette sull’azienda che conduciamo o in cui lavoriamo.  

 

Il risultato fine a sé stesso non crea un’eredità e non lascia nemmeno soddisfazione.

Il risultato, che è la naturale conseguenza di una cultura personale e manageriale consapevole e lungimirante, crea le aziende che fanno la storia.

 

Ti auguro di fare la storia.

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