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28Feb

Da Sogno a Leadership: Le 5 Fasi di Crescita del Business

Febbraio 28, 2025 nicolezunino BUSINESS BASIC

Da Sogno a Leadership: Le 5 Fasi di Crescita del Business

La domanda da cui partire è semplice, ti stai focalizzando sulla cosa giusta al momento giusto?

E no ( spoiler ) , non è detto che siano i social e il piano marketing!

Il percorso di crescita di un business passa attraverso diverse fasi, ognuna con le proprie sfide, priorità e mentalità da sviluppare.

È fondamentale capire in quale fase si trovi il nostro business per non perderci nella miriade di imput che arrivano dall’esterno, devo fare un funnel? Devo concentrarmi sull’essere costante nella mia comunicazione? Oppure concentrarmi su tecniche di vendita?

Tutto ciò dipende dalla fase in cui ti trovi.
Qui trovi una guida utile per capire nell’immediato la tua fase, le sfide e le priorità collegate.

1. DREAM UP  (fase di Ideazione – Sogno e Progettazione)

Cos’è:

È la fase in cui nasce l’idea di business. Qui nascono idee, spunti, si inizia a sognare un proprio progetto. In questa fase spesso si è impegnati anche in un altro lavoro, quindi la sfida anche è dedicare il tempo a sviluppare il nuovo progetto.

Check-list: Sei in questa fase se…

  • Hai un’idea di business ma non hai ancora avviato nulla.
  • Non hai ancora un prodotto o servizio definito.
  • Stai esplorando il mercato e studiando i tuoi potenziali clienti.
  • Non hai un modello di business chiaro.
  • Hai mille idee e non sai su quale concentrarti

Priorità su cui concentrarti:

  • Chiarezza sulla tua visione e missione. ( ti vedi fare questo lavoro per i prossimi 10 anni e oltre? )
  • Analisi del mercato e del target di riferimento. ( no, i tuoi clienti non sono tutti. Sfatiamo questo mito )
  • Creazione del prodotto e servizio: cosa lo rende unico, che valore vuoi portare alle persone…
  • Validazione dell’idea con ricerche e test. ( vai a trovare persone che provano il tuo prodotto e servizio, ti sarà utile per acquisire fiducia e capire cosa può essere migliorato )

Consapevolezza:

  • Focalizzati sul processo, abbraccialo perchè non si accelera se reagiamo, ci lamentiamo, facciamo grandi drammi…
  • Lavora sulle tue emozioni e stati interiori, perchè in questa fase fanno capolino tutte le tue paure di non essere abbastanza, di cosa diranno gli altri, e se poi fallisci che figura fai… etc etc. Quindi, fai una bella lista ora di tutte queste paure e scegli ora come ti comporterai quando queste paure si mostreranno.

Strumenti utili:

  • Mappe Mentali/Trello (per mappare idee e brainstorming).
  • Google Trends (per ricerche di mercato).
  • Notion/Evernote (per organizzare appunti e strategie).

Parola chiave:

  • Inizia e sperimenta. Ricorda che grandi aziende sono spesso nate nel garage di qualcuno o in soggiorno, quindi non è la perfezione l’obiettivo in questa fase… bensì iniziare, fallire, testare, migliorare e continuare. Divertendoti lungo il processo, non rendiamo le cose più difficili prendendoci troppo sul serio.

 

2.START UP (Avvio e Sperimentazione)

Cos’è:

Qui il business prende forma: si passa dall’idea all’azione con il primo prodotto o servizio, arrivano i primi clienti e le prime vendite. Complimenti, il tuo business non è più solo un sogno ma sta diventando sempre più concreto!

Check-list: Sei in questa fase se…

  • Hai sviluppato un primo prodotto o servizio.
  • Hai fatto le prime vendite
  • Ma non c’è un flusso costante e in crescita di clienti, quindi le vendite sono ancora random
  • Hai aperto p.iva
  • Hai una vetrina per il tuo lavoro ( negozio, sito web, social o almeno 1 di queste )

Priorità su cui concentrarti:

  • Continuare a investire sul prodotto/servizio e ottenere feedback.
  • Creare un’offerta chiara e una pricing strategy.
  • Lavorare sulla sostenibilità finanziaria iniziale. ( qual è il breakeven? )
  • Iniziare a costruire un’audience ( implementare un piano di comunicazione e marketing per farti conoscere )

Strumenti utili:

  • Canva (per branding e grafiche).
  • Google Forms/Typeform (per raccogliere feedback dei clienti).
  • Mailchimp (per email marketing iniziale).

Consapevolezza:

  • Non avere fretta e cerca di non correre in tutte le direzioni, rincorrendo il nuovo trend o metodo di business del momento
  • Rimani focalizzato sul prodotto/servizio, perchè più investi in questo più tu sei certa del valore che offri e la paura di essere una frode o un’impostore sarà messa a tacere con maggiore serenità
  • Comunica, fatti conoscere nei modi che sono in linea a te. Prima di tutto evita di paragonarti agli altri e utilizza gli strumenti che desideri ( social, radio, sito etc… ) per condividere valore, aiuto, consapevolezza, strumenti… in questa fase è facile farsi prendere da paure, timidezze o dal bisogno di vendere subito. Quando agiamo da queste mancanze che hanno il focus solo sul nostro personale risultato, ci scolleghiamo dalle persone che possiamo aiutare e a loro arriva il nostro bisogno e non il nostro valore.

Parole Chiave:

  • Prodotto, Comunicazione e Vendita!! ( e sì, divertiti anche qui che un pò di leggerezza aiuta a vedere tutto nella prospettiva migliore )

 

3. RAMP – UP (Crescita e Consolidamento)

Cos’è:

Il business sta iniziando a generare entrate costanti, ma servono strategie solide per consolidarlo e renderlo sostenibile, soprattutto per non crollare in buon-out!

Check-list: Sei in questa fase se…

  • Hai un flusso di clienti costante.
  • Stai iniziando a generare profitti.
  • Hai definito processi chiari per la tua attività.
  • Ti rendi conto che da sola non puoi gestire tutto perchè il flusso di lavoro complessivo è intenso e non hai tempo per pensare ad altro

Priorità su cui concentrarti:

  • Ottimizzare i processi interni ( cosa puoi fare solo tu e cosa può essere delegato o automatizzato ?)
  • Delegare alcune attività: con un team piccolo o con aiuto di un project manager che ti aiuti a organizzare il lavoro in modo più efficace
  • Lavorare sulla fidelizzazione dei clienti. ( creare strategie ad hoc e/o ampliare il portafoglio servizi/prodotti)
  • Iniziare a investire in marketing strategico.

Strumenti utili:

  • Slack (per comunicazione interna con il team).
  • Todoist/Asana (per gestione progetti).
  • Google Analytics (per monitorare le performance del sito web).

Consapevolezza:

  • Cosa emerge quando pensi che è il tempo di delegare, investire in un team, ampliare le tue responsabilità e ruolo?
  • Iniziare a lavorare sulla tua nuova immagine mentale come imprenditrice. Che tipo di imprenditrice vuoi essere? Che consapevolezza e mindset ti serve per esserlo?

Parole Chiave:

  • Salto da freelance a imprenditrice al 100%

 

4. SCALE – UP (Espansione e Automazione)

Cos’è:

Il business è solido e in crescita. Ora bisogna ampliare il team, automatizzare processi e scalare le entrate.

Check-list: Sei in questa fase se…

  • Il tuo business genera entrate consistenti e in crescita.
  • Hai un team strutturato o in espansione a cui hai delegato parte delle operazioni
  • Hai quindi recuperato tempo per te
  • Hai iniziato ad automatizzare alcuni processi.
  • Stai cercando nuovi mercati o opportunità di crescita.

Priorità su cui concentrarti:

  • La tua leadership.
  • Espandere il team con ruoli chiave e fidarti ( il rischio qui è continuare a fare micro management e sprecare il talento del tuo team )
  • Scalare il business con nuovi canali di vendita o prodotti

Consapevolezza:

  • La persona che ha iniziato questo business non può essere la stessa persona che lo fa evolvere, in cosa è prioritario che tu evolva per essere il leader e la guida che la tua azienda ha bisogno?

Parole Chiave:

  • Conosci te stessa, le tue limitazioni e paure per poter costruire un’azienda in cui i migliori talenti vogliono collaborare

 

5. LEADERSHIP (Evoluzione e Impatto)

Cos’è:

Sei leader del mercato. La tua azienda è riconosciuta come punto di riferimento e le opportunità sono in crescita continuamente.

Check-list: Sei in questa fase se…

  • Il tuo brand è riconosciuto e ha un impatto nel mercato.
  • Sei un punto di riferimento nel tuo settore.
  • Ti concentri su innovazione e leadership.
  • Stai esplorando nuove opportunità di crescita e diversificazione.

Priorità su cui concentrarti:

  • Osserva il mercato e le innovazioni che altri portano
  • Creare partnership strategiche.
  • Rafforzare la cultura aziendale e la leadership.
  • Dare un contributo alla comunità o al settore.

Strumenti utili:

  • LinkedIn Sales Navigator (per networking strategico).
  • Notion/Confluence (per documentare la cultura aziendale).

Consapevolezza:

  • In questa fase è facile cadere nel bias di overconficence ovvero la tendenza a sopravvalutare le proprie capacità e decisioni basandosi sui successi passati. Questo atteggiamento può portare a sottovalutare i rischi, ignorare i feedback critici e prendere decisioni avventate. Per evitarlo, è importante continuare a essere aperti al confronto, investire nella formazione e nell’innovazione, e circondarsi di persone che possano offrire prospettive diverse. Ricordiamoci tutti che fine hanno fatto Nokia, Blockbuster o Kodak che da leader di mercato hanno rovinosamente perso la loro leadership per no aver saputo valutare le nuove innovazioni.

Parole Chiave:

  • Ascolto e Osservazione del mercato per continuare ad anticipare i tempi ed innovare.

 

CONCLUSIONE

Dobbiamo tutti diventare leader di mercato? Certamente no.

Ogni business ha il suo modello di business, le sue particolarità e sfide. Ciò che è fondamentale fare è comprendere in che fase siamo per identificare le priorità sennò, come spesso osservo, la confusione dilaga, manca una chiara direzione e sono le nostre insicurezze e frustrazioni che ci muovono e ci fanno cercare soluzioni miracolose senza aver scavato in profondità per creare fondamenta solide su cui costruire il nostro business.

Sapere dove sei ti aiuta a concentrarti su ciò che conta davvero, evitando di saltare passi fondamentali. Non iniziare dal marketing se non hai ancora un prodotto solido!

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19Dic

RENDERE IL LAVORO DA CASA DAVVERO SMART

Dicembre 19, 2020 nicolezunino BUSINESS TOOLKIT

RENDERE IL LAVORO DA CASA DAVVERO SMART

Cosa succede quando un sogno si realizza?

Per molti lavorare da casa è proprio questo, un sogno che diventa realtà.

E non solo da casa, ma ovunque nel mondo.

Basta una connessione internet, un computer e un progetto da poter svolgere in remoto (e al riguardo le opzioni sono innumerevoli ).

Se all’inizio questa era un’opzione per nomadi freelance ora sta diventando una strategia che le aziende lungimiranti adottano con il team non strettamente legato alla produzione di beni.

I vantaggi sono molteplici dalla riduzione dei costi fissi per l’azienda e il dipendente, ad un aumento della qualità della vita del dipendente stesso ,che non è immerso in spostamenti spesso dispendiosi in termini di tempo e che può utilizzare quel tempo nuovo in modo più produttivo per il suo benessere, aumentando la sua produttività e qualità del lavoro.

Insomma un circolo virtuoso che però deve vincere un pregiudizio su tutti, l’equivalenza complessa che se lavori da casa cazzeggi, o detto in termini più eleganti perdi tempo e non sei efficace.

 

Un pregiudizio che nasce dalla mancanza di controllo ( aka: se non ti vedo che lavori non sono sicuro che tu lo faccia ) e che richiede una rivoluzione qualitativa nel valutare le risorse sia umane – in primis – sia di tempo.

Una rivoluzione che sposta il focus dall’illusione che la produttività sia fare – fare qualsiasi cosa per dare impressione di darsi da fare ( molto rumore per nulla spesso ) – alla comprensione una volta per tutte che contano i risultati, gli avanzamenti, il progresso, cosa insomma di concreto si realizzi con tutto il fare.

 

E se conosciamo già tutti Pareto e la sua legge (o dovremmo) in cui ci ricorda che solo il 20% di ciò che facciamo produce l’80% dei risultati, in pochi – a parte Tim Ferris – sembrano davvero metterlo in atto.

 

Se alla fine ciò su cui puntiamo l’attenzione è l’ultima riga del bilancio che indica il profitto, perché non cominciare a considerare cosa realmente lo produce e individuare il 20% davvero rilevante?

 

E il lavoro da casa guida a farlo, perché il controllo improduttivo esercitato fino a prima in azienda, deve lasciare spazio alla fiducia, alla flessibilità e ai risultati effettivi… non quelli generati dal molto rumore per nulla di una finta produttività.

 

Certo ora la transizione da una situazione all’altra è netta e sfidante, innanzitutto perché è stata imposta a tutti, sia alle aziende più preparate in termini di cultura aziendale, procedure e infrastrutture aziendali, sia a quelle che erano davvero lontane anche solo a pensarle queste soluzioni.

 

E allora da dove partire per vivere personalmente e professionalmente lo smart working – scelto o imposto – in modo salutare, efficace e utile?

Da te e della sana pianificazione… della tua vita.

 

Quando ho iniziato anni fa a lavorare da casa, inizialmente ero convinta che avendo più tempo avrei fatto molto di più. Errore colossale.
Perché essere a casa tutto il giorno significava prima di tutto una nuova routine di vita.
Se prima ero abituata ad uscire alle 8 per rientrare minimo dopo 12 ore di lavoro, pilates e qualche pranzo fuori, avendo poche ore libere per gestire altri impegni personali come meditare o uscire con le amiche… all’improvviso mi sono trovata con 24 ore tutte a mia disposizione, e l’illusione di avere più tempo, mi ha portato a perdere i basici della routine.

 

Non ci è voluto molto affinché mi trovassi a lavorare al pc ancora in pigiama, passando dal letto alla scrivania dimenticando tutto il resto, meditazione inclusa.

 

Tutto ciò, se da un lato è una transizione naturale, dall’altro non è salutare né per il tuo benessere e neppure per la tua produttività.

C’è bisogno di disciplina e centratura, ed entrambe richiedono piena consapevolezza di cosa ci mette nelle condizioni migliori per fare il nostro lavoro:

  • Quale pratica per iniziare la giornata con chiarezza mentale e presenza? Meditiamo? Facciamo un po’ di movimento fisico per smuovere il corpo, rilasciare le tensioni e le tossine?
  • Con quali intenzioni iniziamo la giornata? Ci lamentiamo appena posiamo il primo piede giù dal letto o sappiamo che stiamo facendo qualcosa di significativo della nostra vita ( nb: vita a 360°, non solo lavorativa)
  • Quale cibo per nutrire il corpo e la mente affinchè siano performanti e non appesantiti da cibi ricchi di zuccheri che annebbiano il cervello? ( o saltiamo la colazione perché non c’è tempo?)
  • Come ci curiamo di noi stesse? Ci prendiamo un momento per noi, per nutrire la nostra pelle, per truccarci, vestirci come ci sentiamo bene e come il nostro ruolo lavorativo prevede?

 

Lavorare da casa e dimenticarci di noi e tutto il resto è un attimo.

Si passa dal letto al lavoro in pochi passi che separano la camera dalla scrivania, se prima era difficile non portarsi il lavoro a casa, ora non c’è distinzione tra casa e ufficio… quindi la tentazione a non staccare mai è maggiore.

 

Ed è proprio quando la pressione è maggiore che arriva il punto di rottura e ti fa capire che così no, così non funziona proprio.

 

E la ripartenza nasce sempre da te, da un’attenta analisi di ciò che ti nutre e ti mette nello stato mentale, emotivo e spirituale migliore.

 

Iniziamo, sei pronta?!

 

E’ quando stiamo stanche, stressate o frustrate che abbiamo ancora più forza per cambiare le cose, semplicemente perché così non vogliamo stare, questo non è lo stato mentale che ci fa stare bene con noi stesse e ci fa rendere al meglio.

  • Quindi, se non è così che ti piace sentirti, come ti vuoi sentire?
  • Cosa ti fa sentire in questo modo? Richiama alla memoria un momento felice in cui ti sei sentita esattamente come desideri, senti la sensazione in ogni parte di te e ora scrivi tutte le azioni, attività, pensieri… che ti fanno sentire in questo modo.
  • Ora rileggi la lista delle azioni e evidenzia le azioni che puoi fare giornalmente.
  • Fissa una durata per ognuna di loro, fissa quel tempo nell’agenda ( se non lo scrivi tenderai a non farlo )
  • Fa che questo tempo per te sia la mattina, prima d’iniziare qualunque attività lavorativa. E’ importante farlo per due motivi, innanzitutto perché se lo scheduli per fine giornata quando sarai stanca, affamata o altro… la tendenza a posticipare sarà elevata, e soprattutto perché farlo alla mattina dice a te stessa che tu vieni prima di tutto ( e già qui è una rivoluzione ), e inoltre perché fare ciò che ci fa stare bene e amiamo di prima mattina ha un influsso benefico sul nostro sistema ormonale che ( sintetizzando ) potrà rilasciare ormoni come la serotonina, dopamina e ossitocina che alzano il nostro benessere, diminuendo i livelli di stress.

 

Quindi, prima di tutto programma d’iniziare la mattina con ciò che ti nutre e ti mette in uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e spirituale.

 

Secondo programma. Lavorare da casa spesso si traduce in un continuum di lavoro, trangugiando davanti al computer  – o non mangiando affatto – , finendo a sera tardi per andare a dormire direttamente, senza staccare, senza un contatto sociale – anche telefonico – senza un momento di riflessione e di gratitudine sulla giornata… continuo o ci siamo capite?!

E’ quindi importante che nella tua agenda blocchi slot di tempo per te: per farti da mangiare e mangiare, per chiamare un’amica, leggere un libro… dai a te stessa degli orari!

E non solo per la tua salute, ma anche per dare valore al tuo tempo, dare significato alle tue giornate… sennò si finisce per lavorare, senza andare da nessuna parte davvero.
E questo vale sia per la sfera personale sia per quella lavorativa: il nostro lavoro serve ad uno scopo che si tende a dimenticare se s’impilano azioni su azioni che non sono allineate ad un progetto o fine più grande.

 

Avere chiaro dove stiamo andando – e anche perché – è cruciale in ogni area della nostra vita.

 

L’ambiente in cui lavoriamo gioca la sua parte.

Se in ufficio abbiamo poco margine di manovra ( e mi ricordo quando io lavoravo in un ufficio senza finestre…. Fino al giorno che l’ho fatta costruire ) a casa nostra possiamo intervenire.
Il rapporto noi-ambiente è stretto, noi rispondiamo agli stimoli ambientali continuamente… com’è quindi l’ambiente in cui lavoriamo?
E’ ordinato, ci fa sentire bene, c’è una bella atmosfera, un buon profumo….  Non dobbiamo diventare esperti di feng-shui per essere consapevoli di come stiamo nell’ambiente in cui lavoriamo.

Il nostro ambiente ci fa venire voglia di lavorare con gioia?

 

E qui arriva la domanda cruciale, come ti puoi sentire meglio nell’ambiente in cui lavori? ( e può essere una stanza intera dedicata a questo uso come la tavola da cucina trasformata in scrivania per l’occorrenza) Crea l’ambiente che ti fa stare bene, sposta i mobili, metti ordine, fai decluttering ( un toccasana in ogni occasione ) … ascoltati, osserva e trasforma di conseguenza.

 

Se è importante avere un’ambiente ad hoc per lavorare, altrettanto è avere un’ambiente ad hoc per staccare, ricaricarsi. Se la scrivania è il luogo di lavoro, il divano o il terrazzo saranno quelli della pausa caffè. Spostati. I posti conservano emozioni ed energia. E tra il relax e il lavoro ci sono emozioni ed energie diverse, che non risuonano.

 

Come stai attenta all’ambiente che ti circonda, porta altrettanta consapevolezza a come ti vesti perché il cervello lavora per coerenza…e il pigiama non manda un segnale coerente con il lavoro.

Lavorando da casa il mio abbigliamento professionale è cambiato, vestiti e tacchi hanno lasciato il posto a maglie, giacche comode e spesso abbinati a pantaloni ancora più comodi, ma ho distinto nel mio armadio e nella mia testa l’abbigliamento da lavoro rispetto a quello del relax.

Questo aiuta a distinguere i diversi momenti e abiti mentali.

 

E’ tempo di sfatare un mito troppo a lungo osannato: il multitasking.

Non funziona. No, nemmeno se sei donna.

E’ un’illusione che ammetto non so da dove sia nata, forse una giustificazione per la distrazione.

Comunque sia è dimostrato scientificamente che ogni volta che passiamo ad un’azione senza aver completato ciò che stavamo facendo, perdiamo il 20% di produttività.

Interrompere ciò che stiamo facendo per leggere la mail appena arrivata o rispondere ad un sms, ci fa perdere il 20% di produttività…. Così da 20% in 20%… quanta produttività stai perdendo?

E quanto ti sta costando in termini di lavoro arretrato, frustrazione, stanchezza, stress… fatica a concentrarti e quelle famose perdite di memoria che si hanno quando non si chiudono i cerchi e si pretende di fare più cose insieme?!

 

Il multitasking è l’illusione di avere tutto sotto controllo.

Come si vince questa illusione?
Con la chiarezza dei progetti e obiettivi, con la distinzione di cosa è urgente, importante, prioritario e con un’adeguata programmazione che preveda bloccare tempo in agenda – il tempo realmente necessario, non quello che pensiamo sia sufficiente – per portare a compimento il lavoro.

Mi raccomando, con la flessibilità del caso e senza il delirio di onnipotenza.

 

Quindi, se te lo stai chiedendo.

Sì, prima blocchi in agenda il tempo per te e poi quello per il lavoro.

 

Il principio è semplice, sebbene contrario a quanto ci abbiano trasmesso per secoli del famoso e deleterio “prima il dovere, poi il piacere”,  prima nutri te stessa e poi tu nutri il tuo lavoro.

 

E non dimenticare le pause.

Nessuno mantiene lo stesso livello di attenzione ininterrottamente.

Ci sono diverse tecniche, da quella del pomodoro che prevede pause di 5 min ogni 25 min di lavoro, a quella che prevede 90min di lavoro e 10 di pausa… quale funziona di più? quella che TU fai funzionare a patto che ne usi una.
Io personalmente non ho una struttura rigida che mi autoimpone di staccare ogni 25″, 60″ o 90″… ( non vado mai oltre le 2 ore )  lavoro per task, nel mentre la maggior parte delle volte ho il telefono in modalità non disturbare, quando ho finito stacco, esco in giardino o metto un po’ di musica e poi riprendo con l’attività successiva.
Se hai ben chiaro cosa fare, staccare e non lasciarsi prendere la mano da pause interminabili è naturale (e per tutto il resto c’è il timer sul cellulare )

Staccare permette i lampi di genio.
La creatività e le intuizioni spesso si mettono in moto quando facciamo tutt’altro.

Quando lasciamo libera la nostra intuizione di fluire e fare le associazioni in modo spontaneo, è lì che tutti i dati si allineano e ci arrivano idee di valore.
Provare per credere!

 

Portare attenzione a te stessa, come donna e professionista, all’ambiente in cui vivi, a come gestisci lo spazio e il tempo per essere davvero produttiva  – e non indaffarata – ha lo scopo di far risaltare i risultati in modo vero.

E il risultato non è solo un numero di caselle spuntate nella to do list, è la naturale conseguenza di chi siamo diventate, di quanto siamo cresciute e migliorate… come donne e professioniste, e quanto questa crescita si riflette sull’azienda che conduciamo o in cui lavoriamo.  

 

Il risultato fine a sé stesso non crea un’eredità e non lascia nemmeno soddisfazione.

Il risultato, che è la naturale conseguenza di una cultura personale e manageriale consapevole e lungimirante, crea le aziende che fanno la storia.

 

Ti auguro di fare la storia.

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dell’Unione europea – Fondo europeo di sviluppo regionale, dello Stato italiano e della Provincia autonoma di Trento.

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